E’ stata prorogata fino al 29 maggio la mostra antologica che, presso le sale del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma, racconta attraverso 170 fotografie, in gran parte inedite, l’attività di Arturo Zavattini fotografo. 

Un’attività intensa che copre un decennio (1950-1960) di grandissimo interesse per la storia dell’immagine e per quella del nostro Paese.La mostra realizzata dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia è stata ideata e curata da Francesco Faeta e da Giacomo Daniele Fragapane e rivela, snodandosi in varie sezioni tematiche, un Arturo Zavattini curioso e appassionato, con un amore per le persone e le cose che incontra nei suoi numerosi viaggi.

L’antologica, il cui nucleo principale è costituito dalle fotografie realizzate nel giugno del 1952 a Tricarico nell’ambito della famosa spedizione etnografica in Lucania dell’antropologo Ernesto De Martino, documenta anche la vita sociale, con un occhio particolare alla condizione dei bambini, di varie città italiane tra cui Roma e Napoli.

Dopo 4 anni effettua un reportage a Bangkok, a Phetchaburi e nel nord della Thailandia, e che qui viene esposto per la prima volta: sono immagini scattate durante le riprese del film La diga sul Pacifico di René Clément, tratto dall’omonimo romanzo di Marguerite Duras.

Le immagini realizzate a Cuba, invece, sono del 1960 e includono un inedito Ernesto “Che” Guevara, incontrato casualmente subito dopo la rivoluzione, in occasione delle riprese del film del regista Tomás Gutierréz Alea, Historias de la revolución, alle quali Zavattini collaborò come operatore nell’ambito di un progetto italiano di sostegno alla nascente cinematografia cubana.

Un’altra sezione è dedicata alle bellissime, e forse più conosciute, fotografie di backstage con i miti del nostro cinema come Federico Fellini, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni e Sofia Loren colti nelle pause delle lavorazioni dei film.


Arturo Zavattini, figlio di Cesare, è nato a Luzzara nel 1930. Scopre la fotografia nel 1949, quando il padre gli regala la prima macchina fotografica: risalgono all’epoca le prime esperienze in camera oscura. Nel 1951, grazie a Vittorio De Sica che lo presenta ad Aldo Graziati, direttore della fotografia di Umberto D., inizia il suo lavoro nel cinema. Operatore e direttore della fotografia di molti film italiani e stranieri ha esordito come fotografo accompagnando Ernesto de Martino nella sua prima spedizione etnografica in Lucania, nel giugno 1952. Nel 1982 firma la fotografia di La veritàaaa, unico film scritto, interpretato e diretto da suo padre. Si dedicherà poi interamente alla cura dell’Archivio Cesare Zavattini, che guida tuttora.


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E’ inoltre possibile acquistare presso il museo che ospita la mostra, il catalogo, pubblicato da Contrasto, a cura di Francesco Faeta e Giacomo Daniele Fragapane, con i contributi di Pietro Clemente, Emilia De Simoni e Maura Picciau e un testo di Claudio Piersanti.

Francesco Faeta, insegna Antropologia Visuale presso l’Università degli Studi di Messina e ha curato numerose mostre di fotografia, tra le quali Imago mortis (Roma, GNAM, 1980); Saverio Marra fotografo (Roma, Museo di Palazzo Braschi, 1984), Sguardo e memoria (Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, 1989), Nelle Indie di quaggiù (Roma, MNATP, 1996), I giardini del ricordo (Roma, Festival Internazionale della Fotografia, Palazzo Poli, 2004).

Giacomo Daniele Fragapane, insegna storia e teoria della fotografia e dei media presso lo IED e l’ISIA di Roma. Tra le sue pubblicazioni recenti, Paolo Gioli – Naturæ, Bologna, Quinlan, 2011; Realtà della fotografia. Il visibile fotografico e i suoi processi storici, Milano, Franco Angeli, 2012; Brecht, la fotografia, la guerra, Milano, Postmedia, 2015.

 

Vademecum

5 dicembre 2015 – 29 maggio 2016

Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari

Biglietto intero € 4; ridotto€ 2

Info +39 06 59 26 148

www.idea.mat.beniculturali.it