In parallelo alla monografica su Bernardo Strozzi di Palazzo Lomellino, i Musei di Strada Nuova propongono un percorso dedicato all’artista, uno tra i principali pittori genovesi del ‘600. Fino al 2 febbraio, a Palazzo Bianco, a Genova, rimarrà allestita una selezione delle opere più rappresentative di Strozzi conservate nelle collezioni civiche: 12 capolavori che meglio rappresentano la maniera e le scelte tematiche dell’artista negli anni della sua attività genovese, prima del trasferimento a Venezia.
Una gran parte di questi dipinti proviene dalla favolosa quadreria della famiglia Brignole Sale ed entra dunque nelle raccolte genovesi con la donazione di Palazzo Rosso alla città nel 1874.
Una rassegna, a cura di Raffaella Besta, Piero Boccardo e Margherita Priarone, che si snoda attraverso opere dai ricercati accordi cromatici e dai preziosismi ancora manieristi, studiate sui modelli toscani di tardo ‘500 e primo ‘600, come la Carità Cristiana, a dipinti come l’Incredulità di san Tommaso o la Madonna con Bambino e San Giovannino, firmata sul libro in mano alla Vergine “Presbyter Bernardus Strozzius”, in cui si combinano un piacevole naturalismo di impronta caravaggesca, uno studio attento della luce e delle ombre desunto dai lombardi, e un uso del colore puro. E ancora, opere di più schietta adesione a una pittura del vero e di influenza fiamminga, come il Pifferaio e la Cuoca, senza dubbio la tela più internazionalmente nota dell’artista. Legate all’appartenenza del maestro all’ordine dei Frati Cappuccini, sono infine alcune scelte iconografiche come le due intense versioni del San Francesco con il Crocifisso.
In mostra anche un’importante selezione di disegni dell’artista, del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso: carte preziose, normalmente conservate al riparo dalla luce nelle cassettiere della collezione di grafica del museo, che si espongono per l’occasione al pubblico, a svelare l’immediatezza del processo creativo del maestro dal primo fresco abbozzo sul foglio, all’idea compositiva di un dipinto o di un affresco. La potenza cromatica e la corposità della materia della pittura dello Strozzi si rivela già nei materiali delle sue prove grafiche: accanto ai rapidi e immediati bozzetti a penna e inchiostro, talora già colorati, si presentano infatti fogli di carta azzurra disegnati con matite morbide nere e rosse, sfumate e abilmente modulate nell’intensità del tratto, che ricercano già nella fase progettuale i giochi di luce e colore delle opere definitive a olio su tela.
Vademecum
31 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020
Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco