C’era un tempo in cui i collezionisti italiani, un po’ per amore dell’arte un po’ per aiutare i giovani artisti, riempivano le loro abitazioni di quadri e disegni. Ed è proprio alle collezioni di questi raffinati mecenati che è stata dedicata una mostra a Roma, presso il Chiostro del Bramante fino al 4 settembre, dal titolo “I Macchiaioli. Le collezioni svelate”.
L’esposizione, sapientemente allestita da Francesca Dini, ha il pregio di presentare al pubblico per la prima volta importanti dipinti dei Macchiaioli e non solo, collocandoli nel contesto delle antiche collezioni che in origine li ospitarono.
Le opere che appartenevano a grandi collezioni del passato – come quella di Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo, Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli, Enrico Checcucci, Camillo Giussani, Mario Borgiotti – oggi sono confluite per lo più in collezioni private e rappresentano un nucleo inedito del più importante movimento pittorico italiano del XIX Secolo.
In mostra oltre 110 opere che rappresentano la punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati dell’epoca, personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori. Talvolta donate dagli autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in difficili momenti, queste opere – in grado di assecondare il piacere estetico e arricchire le più grandi quadrerie – sono diventate capolavori ricercati anche dai grandi intenditori d’arte dei nostri giorni.
Il percorso della mostra si articola in nove sezioni: La “galleria privata” di Cristiano Banti. I Macchiaioli allo specchio; Diego Martelli, tra Macchiaioli e impressionisti. Una testimonianza d’arte e di vita; La Collezione di Rinaldo Carnielo; Un imprenditore innamorato della bellezza: la collezione di Edoardo Bruno; Casa Sforni, le stanze delle meraviglie di un mecenate fiorentino; Mario Galli, “il più acuto e raffinato intenditore dei Macchiaioli”; Enrico Checcucci; Non solo Macchiaioli, la collezione di Camillo Giussani; Per ricordare Mario Borgiotti e il suo “genio” per i Macchiaioli.
Ciascuna sezione è intitolata alla collezione di provenienza così da dare al visitatore la possibilità di scoprire uno dei movimenti pittorici più importante dell’Ottocento italiano e il clima storico che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi, ai contenuti e ai personaggi di questo rivoluzionario movimento.
Si potranno ammirare opere quali Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco Signorini – fortunosamente recuperato da Borgiotti sul mercato inglese: un capolavoro non più visto da decenni -, Il giubbetto rosso (1895) di Federico Zandomeneghi, Marcatura dei cavalli in Maremma (1887) e Ciociara (Ritratto di Amalia Nollemberg) del 1881 ca. di Giovanni Fattori, Place de la Concorde (1875) e Campo di neve (1880 ca.) di Giuseppe De Nittis, accanto al Ritratto di Alaide Banti in giardino (1875 ca.) di Cristiano Banti, Cucitrici di camicie rosse (1863) di Odoardo Borrani, Sforni in veranda che legge (1914 ca.) e il Ritratto della moglie Isa (1902 ca.) di Oscar Ghiglia. In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di pittori.
Vademecum
16 marzo – 4 settembre 2016
Roma, Chiostro del Bramante
Info +39 06 916508451; info@chiostrodelbramante.it