© David Seymour / Magnum Photos

Una “tragica bellezza”. Così Carlo Levi definiva Matera nel suo libro, bellissimo e terribile, “Cristo si è fermato a Eboli”. Matera Imagined/Matera Immaginata: Photography and a Southern Italian Town“, è la mostra organizzata dall’American Academy in Rome, che mette in evidenza come la fotografia abbia inquadrato le percezioni moderne di Matera, una città dell’Italia meridionale, nota per le sue millenarie grotte – abitazioni.

Palinsesto di storia e tradizioni caratteristiche della cultura mediterranea, Matera nel ventesimo secolo si è trasformata nell’immaginario collettivo da un antico luogo isolato ai confini della civiltà ad un punto di riferimento culturale per il futuro dell’Europa.

Negli anni ’40, dopo la pubblicazione di Carlo Levi, “Cristo si è fermato a Eboli”, Matera divenne il simbolo dell’arretratezza del sud dell’Italia. Oggi, poco più di una generazione successiva, Matera è emersa come un modello di autenticità che rappresenterà l’Europa come Capitale della Cultura nel 2019.

La mostra registra la recente evoluzione di Matera attraverso la fotografia. Per la prima volta mette in evidenza la costante attrattiva della città per i fotografi di tutto il mondo, nonché il loro ruolo fondamentale nella trasformazione di ciò che Levi ha definito la “tragica bellezza” di Matera, in un simbolo di un luogo del Mediterraneo, senza età. Come i registi Pierpaolo Pasolini o Mel Gibson, i quali hanno utilizzato Matera sostituendola a Gerusalemme, allo stesso modo i fotografi che si avventuravano a Matera hanno identificato le abitazioni in grotte con le testimonianze delle origini della civiltà.

Proprio come la fotografia sociale americana del New Deal, così la fotografia a Matera, negli anni del dopoguerra, ha avuto un ruolo decisivo nella definizione della politica pubblica, della riforma territoriale e nel cambiamento sociale.

Più recentemente, Matera ha ispirato artisti ad esplorare concetti di fotografia che vanno dalla memoria alla percezione, all’identità e al patrimonio culturale. Con opere di alcuni dei più celebri fotografi del loro tempo, tra cui Henri Cartier-Bresson, Esther Bubley, Luigi Ghirri, Emmet Gowin, David Seymour e Carrie Mae Weems, la mostra presenta una nuova narrazione sull’eredità antica di Matera. La mostra è curata da Lindsay Harris, Andrew W. Mellon Professor of the Humanities presso l’American Academy in Rome.

Gli eventi collaterali alla mostra includono una conferenza di Emmet Gowin il 14 novembre e una conversazione tra Mario Cresci e Roberta Valtorta il 21 novembre.

Dal 7 dicembre 2017 al 4 febbraio 2018, l’esposizione si trasferirà al Museo nazionale d’arte medievale e moderna, Palazzo Lanfranchi, a Matera come parte delle iniziative celebrative di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La mostra e il catalogo sono stati realizzati grazie alla Fondazione Matera Basilicata 2019.

Artisti:
Piergiorgio Branzi, Esther Bubley, Mario Carbone, Henri Cartier-Bresson, Mario Cresci, Marjory Collins, Luigi Ghirri, Emmet Gowin, Fosco Maraini, David Seymour, Augusto Viggiano, Carrie Mae Weems, Dan Weiner, Joseph Williams e Yasmin Vobis.

 

Vademecum

12 ottobre – 26 novembre 2017

Roma, American Academy in Rome

Info +39 06 58461

aarome.org